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Teggiano

Castello Macchiaroli

Tra i centri storici della Provincia di Salerno, Teggiano è certamente quello che ha conservato meglio la sua antica fisionomia di roccaforte. Teggiano, anticamente Diano, è un comune italiano di 7.794 abitanti della provincia di Salerno, in Campania. Il borgo sorge a 637 m s.l.m. e rientra nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.

Teggiano ha origini medioevali, a testimonianza di ciò, seppur modificati, esistono numerosi storici palazzi, monumenti e chiese ed è proprio in epoca medioevale che l’allora Diano ha avuto un ruolo predominante nella storia del Vallo di Diano, infatti, la famiglia Sanseverino vi costruì il Castello e la elesse a roccaforte dove potersi rifugiare in caso di pericolo.

Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e signore dello Stato di Diano, insieme a molti altri feudatari della zona, commissionò la Congiura dei baroni, una sorta di sommossa fiscale contro il re di Napoli Federico d’Aragona e conclusa nel 1487 con l’accordo fra le parti. Oltre al Castello tutta la città era protetta da alte mura con 25 torri di guardia e quattro porte di accesso e fu ritenuta inespugnabile dopo che resistette per 3 mesi all’assedio del nuovo re di Napoli Ferdinando d’Aragona.

Il comune di Teggiano si innalza in una posizione di dominio sulla valle circostante ed è proprio per questa posizione che i Sanseverino lo scelsero per costruire una fortificazione difensiva contro gli invasori del regno, ma anche contro i baroni ribelli.

Le origini di questo comune risalgono all’antichità classica, infatti, esisteva come centro autonomo in età lucana (IV secolo a. C.) di cui si ha testimonianza in un passo di Plinio oltre alle molte iscrizioni classiche di Teggiano, detta Tegianum, indicata come una fiorentissima colonia romana.

Attraverso i secoli, Teggiano, ha assunto diverse denominazioni: Tegea, quando faceva parte delle dodici città confederate lucane. Tegianum in epoca romana e forse dal IV sec. in poi si chiamò Dianum, non in omaggio alla Dea Cacciatrice, come alcuni affermano, ma per la correzione fonetica dialettale di Tegianum in Teianum, Tianum, Dianum. Tegianum. Col passaggio dal latino al volgare, Dianum divenne Diano, nome che poi nel Medioevo fu esteso a tutto il Vallo.

Nel 1862 il paese volle riprendere l’antico nome di Teggiano.

Panorama di Teggiano

MONUMENTI

CASTELLO DEI PRINCIPI SANSEVERINO
Il Castello, antica roccaforte, fu costruito in epoca Normanna, ma ristrutturato ed ampliato dai Sanseverino (1417). Oggi è patrimonio UNESCO dell’Umanità.
La prima notizia che si ha del Castello risale ad un privilegio del 1405, nel quale il re Ladislao di Durazzo ordinava che alle spese per il restauro del complesso contribuissero tutti i paesi del Vallo di Diano.
Il castello, con ben 365 ambienti, presentava un mastio (torre principale nei catelli medievali) coperto a coppa al quale facevano corona cinque torrioni cilindrici, era circondato da un profondo e largo fossato sul quale potevano essere abbassati due ponti levatoi, situati uno sul lato a sud e l’altro sul lato ad ovest. Il castello reca quindi l’impianto consueto delle fortificazioni aragonesi ed è dotato di un ampio cortile interno.
Due sono gli importanti avvenimenti storici accaduti nel Castello e citati nella storia del Regno di Napoli:
– La Congiura dei Baroni contro il re Ferdinando I° d’Aragona. Nel 1485 i Baroni della zona, sotto la guida di Antonello Sanseverino, Principe di Salerno, signore di Diano e di gran parte del Cilento, si ribellarono al Re perché stanchi di contribuire alle spese militari.
– L’Assedio di Diano. Nel 1497 il Re di Napoli, Federico d’Aragona, condusse in prima persona l’assedio a Diano per sconfiggere e catturare, una volta per tutte, il principe di Salerno Antonello Sanseverino. Un pugno di uomini resistette un mese e mezzo all’assedio, dal 3 novembre al 17 dicembre 1497, e fu uno scontro cruento che vide coinvolti Lo Stato Pontificio, il Ducato di Milano, la Repubblica di Venezia ed il Regno di Napoli. L’assedio si concluse con una pace inaspettata il 17 dicembre 1497.
Il Castello divenne proprietà dei Macchiaroli nel 1860 quando venne acquistato e di cui oggi sono tuttora proprietari.
Oggi il castello è sede di manifestazioni teatrali e culturali, convegni, concerti ed anche matrimoni e feste private. È protagonista dell’importante rivisitazione storica del matrimonio tra Antonello Sanseverino e Costanza nel 1480 mediante la manifestazione La Principessa Costanza che si tiene ad agosto.

Castello Macchiaroli

CATTEDRALE SANTA MARIA MAGGIORE
La Cattedrale fu costruita nella seconda metà del XIII sec. per volere di Carlo D’Angio e fu consacrata nel 1274. L’impianto della chiesa è in pieno stile gotico con portico a 3 archi, il campanile ed il Battistero di San Giovanni. Nel corso dei secoli, la Cattedrale, è stata oggetto di molti interventi e trasformazioni come l’ingresso principale che nel Medioevo affacciava sulla piazza e nell’Ottocento fu spostato nel vicolo opposto per l’edificazione del transetto, della zona presbiteriale e della sacrestia.
La facciata della Cattedrale è caratterizzata dall’antico portale, attribuito a Melchiorre, del 1271 e da elementi come edicole funerarie e sculture di epoca romana. L’interno si presenta a tre navate divise da archi a tutto sesto e da un transetto coperto da volte a crociera. Internamente vi sono anche stucchi ottocenteschi e gruppi scultorei di diverse epoche oltre a 4 tombe, la cui più importante è quella di Enrico Sanseverino figlio di Tommaso Sanseverino, che fece edificare la Certosa di San Lorenzo a Padula.

Cattedrale di Santa Maria Maggiore

CHIESA DELLA SS. PIETA’
La chiesa della Ss. Trinità fu costruita sul finire del XIII inizi XIV secolo, per volere di Ruggero e Tommaso Sanseverino. Nacque come convento benedettino maschile, infatti, intitolata a San Benedetto e successivamente ad opera di Antonello Sanseverino, trasformata in convento dei frati Minori Osservanti di San Francesco.
La presenza della chiesa è testimoniata da un documento dell’Archivio Carrano che ne attesta l’esistenza sia della chiesa sia della Cappella Carrano al 1306.
La chiesa, che è stata oggetto di restauro, presenta all’interno una pianta centrale e rispecchia in pieno l’architettura francescana. È caratterizzata da un grande chiostro con colonne in pietra lavorata ed affreschi sulle vele e nelle lunette risalenti al XIV e XV sec. Nel refettorio si conserva un grande affresco l “Andata al Calvario” di fine Quattrocento.
La facciata, a cui si accede mediante un imponente scalone, reca un elegante porticato a tre arcate caratterizzate da colonne sormontate da capitelli figurati. Il portone quattrocentesco, intagliato a formelle floreali, è circondato dal rinascimentale portale di accesso alla chiesa, in cui tra le varie decorazioni, trova posto in una lunetta, la Pietà, bassorilievo marmoreo datato 1476.

Chiesa della Pietà

Chiesa della Pietà interni

CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO
La chiesa di San Michele Arcangelo è tra le più antiche chiese di Teggiano. Risale all’epoca Normanna (XIIsec.). La parte più antica della chiesa è la CRIPTA che reca affreschi medievali e capitelli di spoglio, il presbiterio è rialzato in quanto sorge sulla cripta dedicata a Santa Venera. All’interno, ad unica navata, sono presenti opere di epoca romana, medievale e rinascimentale e su quattro lastre sono raffigurati i simboli degli Evangelisti realizzati probabilmente da Melchiorre nel 1270. L’esterno è caratterizzato da un portico di piccole dimensioni disposto non sulla facciata, bensì sul lato lungo.

Chiesa di San Michele Arcangelo Teggiano

CHIESA DI SAN FRANCESCO
La Chiesa di San Francesco, con accanto l’ex convento dei Minori Conventuali soppresso nel 1808, costruita in epoca medievale come testimonia la data del portale 1307. Dopo la soppressione del convento durante il decennio francese, la chiesa fu l’unica a Teggiano a restare aperta per il culto e divenne chiesa di stato e mutò il suo nome che fu, infatti, denominata, chiesa di San Gioacchino in onore di Gioacchino Murat, all’epoca sul trono di Napoli.
Dell’ex convento resta solamente il chiostro rinascimentale con al centro il pozzo, mentre l’architrave che reca scolpito lo stemma francescano con data 1788 è stato incorporato nella costruzione del palazzo municipale.
L’interno si presenta a pianta centrale con soffitto a capanna ed il pulpito nella parte anteriore è caratterizzato da mascheroni dorati. Sono venuti alla luce grazie ad un recente restauro affreschi di scuola giottesca relativi alla vita di San Francesco che erano stati sovrapposti da immagini quattrocentesche, si possono osservare San Francesco d’Assisi al centro, e ai lati San Bernardino da Siena e Sant’Antonio da Padova

Chiesa di San Francesco Teggiano

Posted in Un Vallo da scoprire

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